Ordini Architettonici
Dorico
Ionico
Corinzio
Il tempio
Naos:cella del tempio ove era ospitata Ospitata l’immagine del dio.
Pronao: il vestibolo costituito dal prolungamento fino alle ante delle due pareti longitudinali fino alla cella.
Opistodomo:ambiente adiacente alla parete
posteriore della cella; veniva talvolta utilizzato per ospitare il tesoro o adito
Peristasi:(=recinto) la colonnata che cinge il tempio.
Intercolumnio: lo spazio tra due colonne
Crepidine: basamento
Stilobate: la base o lo zoccolo sopra al quale è poggiata la colonna
Peridolo: talvolta sinonimo di recinto, la zona sacra cinta da un muro o da un porticato.
Pronao: il vestibolo costituito dal prolungamento fino alle ante delle due pareti longitudinali fino alla cella.
Opistodomo:ambiente adiacente alla parete
posteriore della cella; veniva talvolta utilizzato per ospitare il tesoro o adito
Peristasi:(=recinto) la colonnata che cinge il tempio.
Intercolumnio: lo spazio tra due colonne
Crepidine: basamento
Stilobate: la base o lo zoccolo sopra al quale è poggiata la colonna
Peridolo: talvolta sinonimo di recinto, la zona sacra cinta da un muro o da un porticato.
L'ambizione dell'architettura era di scoprire norme di forma e di proporzione eternamente valide, di erigere costruzioni a scala umana eppure degna della sublimità dei loro dei, di creare un ideale classico di architettura.
L'architettura greca fu prevalentemente religiosa e ufficiale. Mentre i templi e gli edifici pubblici presentano la massima magnificenza, sembra che le case e private siano state di grande semplicità, a un solo piano in materiali poveri. Gli ordini architettonici sorsero in connessione con i templi, nel cui ambito il tipo più frequente fu quello periptero. Successivamente, il genio dell'architettura greca non sta nello sviluppo di nuovi tipi di edifici, ma nell'incessante affinamento dei dettagli, sempre più lontani dalla severità stereometrica originaria.
La Ionici furono caratterizzati da possenti templi dipteri con doppia fila di colonne su ciascun fianco, mentre le colonne di facciata proseguirono ben entro il pronao creando l'impressione di u a foresta di colonne. L'ornamentazione plastica venne impiegata nella religione ionica sia sulle colonne (columnae caelatea) , sia nelle forme di fregio nelle pareti di una cella o di un architrave.
Nei templi Dorici l'ornamentazione si limitava al frontone e alle metope. Fanno eccezione il Partenone e il Tempio di Apollo a Bassae
A parte la Sicilia, i cui grandi templi vennero pure iniziati al VI secolo aC, i templi della Grecia vera e propria erano di dimensioni relativamente ridotte rispetto a quelle delle regioni ioniche.
Il tempio dorico toccò l'apogeo con il Tempio di Zeus a Olimpia le cui forme potenti combinano solennità ed essenzialità cosi da produrre un insieme incomparabile che riassume le conquiste del periodo arcaico.
Dal V secolo a.C. in poi gli ordini, che si erano sviluppato nell'architettura dei templi, trovano un uso sempre più vasto in altri campi: fontane monumentali, porte, teatri, palestre tombe, e sopratutto porticati.
Sullo scorcio del V secolo a.C. l'ornamentazione fitomorfica invase, con il capitello corinzio, anche le colonne.
Nel IV secolo a.C si fece sempre più spesso uso di rotonde periptere e venne condotta a compimento l'evoluzione della membratura architettonica.
L'architettura greca si differenzia da quella romana e medioevale per il fatto che ogni elemento architettonico è posto in rapporto propzionale dell'insieme. A ciò corrisponde della malta come legante . Questo elemento si impone subito dopo il 600 a.C. con il passaggio dall'architettura in pietra.
L'architettura greca fu prevalentemente religiosa e ufficiale. Mentre i templi e gli edifici pubblici presentano la massima magnificenza, sembra che le case e private siano state di grande semplicità, a un solo piano in materiali poveri. Gli ordini architettonici sorsero in connessione con i templi, nel cui ambito il tipo più frequente fu quello periptero. Successivamente, il genio dell'architettura greca non sta nello sviluppo di nuovi tipi di edifici, ma nell'incessante affinamento dei dettagli, sempre più lontani dalla severità stereometrica originaria.
La Ionici furono caratterizzati da possenti templi dipteri con doppia fila di colonne su ciascun fianco, mentre le colonne di facciata proseguirono ben entro il pronao creando l'impressione di u a foresta di colonne. L'ornamentazione plastica venne impiegata nella religione ionica sia sulle colonne (columnae caelatea) , sia nelle forme di fregio nelle pareti di una cella o di un architrave.
Nei templi Dorici l'ornamentazione si limitava al frontone e alle metope. Fanno eccezione il Partenone e il Tempio di Apollo a Bassae
A parte la Sicilia, i cui grandi templi vennero pure iniziati al VI secolo aC, i templi della Grecia vera e propria erano di dimensioni relativamente ridotte rispetto a quelle delle regioni ioniche.
Il tempio dorico toccò l'apogeo con il Tempio di Zeus a Olimpia le cui forme potenti combinano solennità ed essenzialità cosi da produrre un insieme incomparabile che riassume le conquiste del periodo arcaico.
Dal V secolo a.C. in poi gli ordini, che si erano sviluppato nell'architettura dei templi, trovano un uso sempre più vasto in altri campi: fontane monumentali, porte, teatri, palestre tombe, e sopratutto porticati.
Sullo scorcio del V secolo a.C. l'ornamentazione fitomorfica invase, con il capitello corinzio, anche le colonne.
Nel IV secolo a.C si fece sempre più spesso uso di rotonde periptere e venne condotta a compimento l'evoluzione della membratura architettonica.
L'architettura greca si differenzia da quella romana e medioevale per il fatto che ogni elemento architettonico è posto in rapporto propzionale dell'insieme. A ciò corrisponde della malta come legante . Questo elemento si impone subito dopo il 600 a.C. con il passaggio dall'architettura in pietra.
Nell'architettura templare permane l'uso di schemi tradizionali, con variazioni che riguardano l'uso di ordini diversi, come nel tempio di Atena Alèa a Tegèa, progettato da Scopas di Paros attorno alla metà del IV secolo a.C. L'edificio risulta dorico nell'insieme, ma presenta un colonnato, all'interno della cella, su due ordini: corinzio quello inferiore e ionico quello superiore. La decorazione scultorea, di cui rimangono frammenti originali, celebra miti collegati alla città, come la caccia al cinghiale calidonio e il combattimento fra Achille eTelefo, figlio di Eracle e di Auge, sacerdotessa tegeate del culto di Atena Alea. Se i templi dorici non mostrano particolari innovazioni, quelli ionici conoscono una nuova fortuna nella seconda metà del secolo, con la ricostruzione dell'Artemision di Efeso e del tempio di Demetra a Priène.
La pianta circolare e il capitello corinzio sono associati nella tholos di Epidauro, progettata da Policleto il Giovane (360-340 a.C.) e nel monumento del corega Lisicrate, eretto ad Atene per onorare la sua vittoria in teatro nel 334 a.C, come testimoniava il tripode di bronzo posto sull'elaborato elemento foliato alla sommità del tetto
La pianta circolare e il capitello corinzio sono associati nella tholos di Epidauro, progettata da Policleto il Giovane (360-340 a.C.) e nel monumento del corega Lisicrate, eretto ad Atene per onorare la sua vittoria in teatro nel 334 a.C, come testimoniava il tripode di bronzo posto sull'elaborato elemento foliato alla sommità del tetto
L'urbanistica del IV secolo a.C. è basata sui principi definiti nei secoli precedenti, che vengono applicati con particolare rigore soprattutto nelle città di nuova fondazione. Si teorizzano principi per la scelta adatta del luogo e norme per ottenere una buona funzionalità, improntate al rigore e alla semplicità.
Olinto, in Calcidica, è un esempio di impianto urbanistico a griglia ortogonale e di architettura domestica del periodo. La casa tipica consta di uno stretto accesso che immette in un cortile, dotato di colonne che formano portici (pastas) su uno o più lati. La sala da banchetto è in diretta comunicazione con il cortile, su cui si affacciano altri ambienti a essa funzionali, mentre le camere in genere sono collocate al piano superiore. Alcune stanze presentano pavimenti con mosaici a ciottoli e pareti stuccate e dipinte. Un unicum in Grecia è invece la pianta di forma circolare della città di Mantinea in Arcadia, ricostruita nel 370 a.C. in seguito alla distruzione causata dagli Spartani nel 385 a.C.Tale peculiarità è comunque dovuta a un conservatorismo, tipico del Peloponneso, che richiedeva di riprendere lo schema circolare dell'impianto precedente.
Se in Grecia vengono riutilizzati motivi tradizionali, in Asia Minore, dove le città sono caratterizzate da una fusione tra schemi ortogonali ippodamei e quelli tipicamente scenografici, si intravedono elementi che introducono all'ellenismo. Ad esempio, alla metà del IV secolo a.C. circa, viene fondata Priene sulle pendici del monte Micàle, articolata su quattro terrazze e con un impianto ortogonale che definiva in modo netto le funzioni delle varie parti della città, per cui la parte centrale era destinata all'agorà, sovrastata dal tempio di Atena; in alto erano il teatro e alcune ricche abitazioni, mentre nella parte bassa si trovavano il ginnasio e lo stadio.
In Egitto, nel 331 a.C, l'architetto Deinocrate di Rodi disegna la pianta di Alessandria facendo una sintesi tra ortogo nalità dell'impianto e monumentalità della citta. Vengono tracciati ampi viali, su cui si svolgevano sfilate di carri e sontuose feste, costruiti grandiosi complessi architettonici come il palazzo reale, il Museo e la
Biblioteca.
Olinto, in Calcidica, è un esempio di impianto urbanistico a griglia ortogonale e di architettura domestica del periodo. La casa tipica consta di uno stretto accesso che immette in un cortile, dotato di colonne che formano portici (pastas) su uno o più lati. La sala da banchetto è in diretta comunicazione con il cortile, su cui si affacciano altri ambienti a essa funzionali, mentre le camere in genere sono collocate al piano superiore. Alcune stanze presentano pavimenti con mosaici a ciottoli e pareti stuccate e dipinte. Un unicum in Grecia è invece la pianta di forma circolare della città di Mantinea in Arcadia, ricostruita nel 370 a.C. in seguito alla distruzione causata dagli Spartani nel 385 a.C.Tale peculiarità è comunque dovuta a un conservatorismo, tipico del Peloponneso, che richiedeva di riprendere lo schema circolare dell'impianto precedente.
Se in Grecia vengono riutilizzati motivi tradizionali, in Asia Minore, dove le città sono caratterizzate da una fusione tra schemi ortogonali ippodamei e quelli tipicamente scenografici, si intravedono elementi che introducono all'ellenismo. Ad esempio, alla metà del IV secolo a.C. circa, viene fondata Priene sulle pendici del monte Micàle, articolata su quattro terrazze e con un impianto ortogonale che definiva in modo netto le funzioni delle varie parti della città, per cui la parte centrale era destinata all'agorà, sovrastata dal tempio di Atena; in alto erano il teatro e alcune ricche abitazioni, mentre nella parte bassa si trovavano il ginnasio e lo stadio.
In Egitto, nel 331 a.C, l'architetto Deinocrate di Rodi disegna la pianta di Alessandria facendo una sintesi tra ortogo nalità dell'impianto e monumentalità della citta. Vengono tracciati ampi viali, su cui si svolgevano sfilate di carri e sontuose feste, costruiti grandiosi complessi architettonici come il palazzo reale, il Museo e la
Biblioteca.
Il Teatro
Il mondo greco distingueva tra l'odèion, destinato ad avvenimenti musicali (da ode che significa canto) e il thèatron per gli spettacoli, dal verbo theaomai che significa "guardo, osservo", una parola che in origine indicava la massa degli spettatori e solo più tardi anche il luogo destinate agli spettacoli. Il teatro aveva connotazioni religiose, civili e politiche; per i Greci, infatti, non era solo occasione di divertimento e di evasione, ma era considerato un luogo dove rafforzare il senso della comunità civica e imparare precetti religiosi. Non meraviglia dunque che il sacerdote di Dioniso, dio del teatro, sedesse sul sedile centrale, che fosse presente un altare sacrificale (thymele) e soprattutto che le rappresentazioni facessero parte delle numerose feste in onore degli dei. Nonostante il ruolo fondamentale del teatro nell'ambito dei santuari, originariamente esso era una struttura provvisoria, essenzialmente in legno, e smontabile.
Il teatro di Dioniso ad Atene, negli anni centrali del V secolo a.C. che vedono il fiorire della tragedia attica e della cosiddetta "commedia antica1' nonché la definizione dei principali generi teatrali, risulta una struttura relativamente semplice edificata in materiale deperibile; solo nella seconda metà del IV secolo a.C. si trasforma in una struttura in pietra. Nel corso del IV secolo a.C. in tutta la Grecia sembrano scomparire gli antichi teatri lignei sostituiti da edifìci in pietra di scenografica monumentalità, che si inseriscono nel paesaggio urbano. Il teatro greco si evolve dunque da semplice spiazzo per il pubblico a spazio delimitato con panche di legno infine a opera architettonica vera e propria, rimanendo però sempre una struttura a cielo aperto.
Già nei più antichi teatri si ritrovano le tre parti essenziali: la cavea (kòilon), a pianta semicircolare, nella quale sono disposte le gradinate suddivise in settori, è in genere addossata a una collina per sfruttarne il pendio naturale.
L'orchestra da orcheomai (che significa "danzare"), circolare, collocata tra il piano inferiore della cavea e la scena, è lo spazio centrale del teatro greco, quello riservato al coro. I due ingressi per l'orchestra sono le pàrodoi, aperte fino al III secolo a.C. e poi chiuse da porte.
Infine la scena (da skenè che significa tenda), una costruzione a pianta allungata, disposta perpendicolarmente all'asse della cavea, inizialmente semplice e in legno, quindi sempre più complessa e abbellita da colonne, nicchie e frontoni, situata a un livello più alto dell'orchestra con la quale comunica mediante delle scale.
Il teatro di Dioniso ad Atene, negli anni centrali del V secolo a.C. che vedono il fiorire della tragedia attica e della cosiddetta "commedia antica1' nonché la definizione dei principali generi teatrali, risulta una struttura relativamente semplice edificata in materiale deperibile; solo nella seconda metà del IV secolo a.C. si trasforma in una struttura in pietra. Nel corso del IV secolo a.C. in tutta la Grecia sembrano scomparire gli antichi teatri lignei sostituiti da edifìci in pietra di scenografica monumentalità, che si inseriscono nel paesaggio urbano. Il teatro greco si evolve dunque da semplice spiazzo per il pubblico a spazio delimitato con panche di legno infine a opera architettonica vera e propria, rimanendo però sempre una struttura a cielo aperto.
Già nei più antichi teatri si ritrovano le tre parti essenziali: la cavea (kòilon), a pianta semicircolare, nella quale sono disposte le gradinate suddivise in settori, è in genere addossata a una collina per sfruttarne il pendio naturale.
L'orchestra da orcheomai (che significa "danzare"), circolare, collocata tra il piano inferiore della cavea e la scena, è lo spazio centrale del teatro greco, quello riservato al coro. I due ingressi per l'orchestra sono le pàrodoi, aperte fino al III secolo a.C. e poi chiuse da porte.
Infine la scena (da skenè che significa tenda), una costruzione a pianta allungata, disposta perpendicolarmente all'asse della cavea, inizialmente semplice e in legno, quindi sempre più complessa e abbellita da colonne, nicchie e frontoni, situata a un livello più alto dell'orchestra con la quale comunica mediante delle scale.
Il Partenone
Tra le realizzazioni del periodo di Pericle spicca il grande programma edilizio realizzato ad Atene, nel quale un ruolo centrale è rivestito dalla fabbrica del Partenone, di cui Fidia fu il sovrintendente. L'inizio dei lavori dell'edifìcio, progettato dagli architetti Ictino e Callicrate e sorto sul luogo di un tempio precedente, risale al 448-447 a.C.
Il tempio presenta una peristasi di 8 x 17 colonne doriche, assai vicine tra loro e molto accostate al nucleo centrale della cella. Il pronao e l'opistodomo avevano gli intercolumni chiusi da cancellate, per proteggere i doni preziosi depositati al loro interno. Dall'opistodomo si entra in un vano non comunicante con la cella, chiamato Partenone e forse da porre in relazione alle vergini (parthenoi) incaricate della tessitura del peplo offerto ad Atena in occasione delle feste panatenaiche. La cella è lunga 100 piedi attici e per questo il tempio veniva chiamato Ekatòmpedon, prima che nel IV secolo a.C. il nome Partenone venisse esteso a tutto l'edificio. All'interno della cella le colonne si dispongono lungo le pareti laterali e in corrispondenza di quella di fondo, di fronte alla quale si trova il basamento della statua della Parthenos. Il tempio è inaugurato nel 438 a.C, ma solo nel 432 a.C. viene terminata la decorazione architettonica a cui lavorano molti artisti sotto la direzione di Fidia.che ne fu l’ideatore. Le metope rappresentano la lotta tra Centauri e Lapiti sul lato meridionale, la Gigantomachia a est, la distruzione di Troia a nord e l'Amazzonomachia sul lato occidentale.
Il fregio continuo che corre intorno alla cella è di assoluta novità, sia perché si tratta di un elemento ionico abbinato a frontoni e metope tipicamente dorici, sia per il tema trattato. Rappresenta infatti una ideale processione panatenaica, attraverso allusioni alle istituzioni della città, costituisce una sorta di rilievo votivo. Sui frontoni sono due miti relativi ad Atena: in quello orientale vi è la nascita della dea che armata fuoriesce dalla testa di Zeus, mentre quello occidentale mostra la contesa della dea Poliade con Poseidone per il possesso dell'Attica.
Il tesoro cittadino e della Lega Delio-Attica era custodito all'interno del Partenone.
Il tempio presenta una peristasi di 8 x 17 colonne doriche, assai vicine tra loro e molto accostate al nucleo centrale della cella. Il pronao e l'opistodomo avevano gli intercolumni chiusi da cancellate, per proteggere i doni preziosi depositati al loro interno. Dall'opistodomo si entra in un vano non comunicante con la cella, chiamato Partenone e forse da porre in relazione alle vergini (parthenoi) incaricate della tessitura del peplo offerto ad Atena in occasione delle feste panatenaiche. La cella è lunga 100 piedi attici e per questo il tempio veniva chiamato Ekatòmpedon, prima che nel IV secolo a.C. il nome Partenone venisse esteso a tutto l'edificio. All'interno della cella le colonne si dispongono lungo le pareti laterali e in corrispondenza di quella di fondo, di fronte alla quale si trova il basamento della statua della Parthenos. Il tempio è inaugurato nel 438 a.C, ma solo nel 432 a.C. viene terminata la decorazione architettonica a cui lavorano molti artisti sotto la direzione di Fidia.che ne fu l’ideatore. Le metope rappresentano la lotta tra Centauri e Lapiti sul lato meridionale, la Gigantomachia a est, la distruzione di Troia a nord e l'Amazzonomachia sul lato occidentale.
Il fregio continuo che corre intorno alla cella è di assoluta novità, sia perché si tratta di un elemento ionico abbinato a frontoni e metope tipicamente dorici, sia per il tema trattato. Rappresenta infatti una ideale processione panatenaica, attraverso allusioni alle istituzioni della città, costituisce una sorta di rilievo votivo. Sui frontoni sono due miti relativi ad Atena: in quello orientale vi è la nascita della dea che armata fuoriesce dalla testa di Zeus, mentre quello occidentale mostra la contesa della dea Poliade con Poseidone per il possesso dell'Attica.
Il tesoro cittadino e della Lega Delio-Attica era custodito all'interno del Partenone.
L'Acropoli di Atene
Fai clic qui per effettuare modifiche.Una volta portato a termine il Partenone diventa
necessario costruire un nuovo ingresso monumentale all'acropoli. Poiché
l'architetto Ictino era impegnato nel
progetto del Telesterion di Eleusi per i culti misterici di Demetra e Core, i nuovi Propilei vengono affidati all’architetto Mnesìcle che portò avanti i lavori, condizionati
nell'orientamento dalla collocazione della
Promachos e dall'asse principale del Partenone, dal 437 a.C. al 432 a.C.
L'edifìcio, in marmo bianco, si impianta su uno zoccolo in calcare e combina
i due ordini dorico e ionico. Il corpo centrale presenta due fronti:
quella occidentale, munita di un ampio vestibolo, suddiviso in tre navate da due serie di tre colonne ioniche,
che si apre sulla rampa d'accesso, e
quella orientale verso i monumenti dell'acropoli. Ai lati della struttura
occidentale si aprono inoltre due ali con facciata a portico.
L'ala meridionale è collegata a un atrio, mentre
quella settentrionale da accesso,
tramite una porta fiancheggiata da due finestre, alla Pinacoteca.
Il problema dei dislivelli è superato sia con una serie di gradini, sia ponendo i pavimenti dei due portici a quote
differenti.
Non rientrava nel progetto pericleo il tempietto di Atena Nike, affidato nel 448 a.C. all'architetto Callicrate. L'edificio, in marmo pentelico, subordinato ai Propilei, sembra sia stato costruito solo nel terzultimo decennio del V secolo a.C. In ordine ionico, anfiprostilo con quattro colonne, ha una cella più larga che lunga con la statua della dea sul fondo. Il fregio all'esterno presenta sul lato dell'ingresso una riunione di divinità, mentre sui rimanenti tre lati battaglie fra Greci e Persiani, e forse sui lati occidentale e settentrionale scontri tra Greci, allusivi alla guerra peloponnesiaca. Nel penultimo o forse nell'ultimo decennio del V secolo a.C, il santuario è completato con un parapetto con Nìkai sacrificanti.
Non rientrava nel progetto pericleo il tempietto di Atena Nike, affidato nel 448 a.C. all'architetto Callicrate. L'edificio, in marmo pentelico, subordinato ai Propilei, sembra sia stato costruito solo nel terzultimo decennio del V secolo a.C. In ordine ionico, anfiprostilo con quattro colonne, ha una cella più larga che lunga con la statua della dea sul fondo. Il fregio all'esterno presenta sul lato dell'ingresso una riunione di divinità, mentre sui rimanenti tre lati battaglie fra Greci e Persiani, e forse sui lati occidentale e settentrionale scontri tra Greci, allusivi alla guerra peloponnesiaca. Nel penultimo o forse nell'ultimo decennio del V secolo a.C, il santuario è completato con un parapetto con Nìkai sacrificanti.
Il tempio di Efesto
Per iniziativa di Cimone, prima dell'affermazione di Pericle, viene decisa la costruzione del tempio di Efesto, sull'altura del Kolonos Agoraios dominante l'agorà. I lavori cominciano tra il 450 e il 445 a.C, ma proseguono a lungo e sono conclusi tra la pace di Nicia (421 a.C.) e la spedizione in Sicilia (415-413 a.C).
Il tempio, periptero dorico, ha l'alzato in marmo pentelico e la decorazione scultorea in marmo pario. L'interno del tempio risente dell'influenza di Ictino: la cella, con pronao e opistodomo, presenta un portico dorico a doppio ordine attorno alle pareti e racchiude il basamento con le statue bronzee di Efesto e di Atena, opere dello scultore Alcamene.
Sulle metope della fronte, che guarda l'agorà, sono rappresentate le fatiche di Eracle; sui lati lunghi, invece, le imprese di Teseo. Nel fregio del pronao trovano posto le lotte mitiche dell'Attica in presenza di gruppi divini, mentre in quelle dell'opistodomo la Centauromachia, con la partecipazione di Teseo e Piritoo.
Il tempio, periptero dorico, ha l'alzato in marmo pentelico e la decorazione scultorea in marmo pario. L'interno del tempio risente dell'influenza di Ictino: la cella, con pronao e opistodomo, presenta un portico dorico a doppio ordine attorno alle pareti e racchiude il basamento con le statue bronzee di Efesto e di Atena, opere dello scultore Alcamene.
Sulle metope della fronte, che guarda l'agorà, sono rappresentate le fatiche di Eracle; sui lati lunghi, invece, le imprese di Teseo. Nel fregio del pronao trovano posto le lotte mitiche dell'Attica in presenza di gruppi divini, mentre in quelle dell'opistodomo la Centauromachia, con la partecipazione di Teseo e Piritoo.
Tempio di Apollo a Bassae (Arcadia)
L'egemonia politica e culturale della città di Atene, verso la quale convergono numerosi artigiani e artisti, rende piuttosto scarno il panorama delle altre regioni del mondo greco. In Attica si costruisce il tempio di Poseidone a Capo Sunio e quello di Nemesi a Ramnunte. I santuari di Olimpia e di Delfì mantengono alto il loro prestigio, anche se non vi sono in questo periodo grandi costruzioni, quanto piuttosto l'erezione di donari.
In Arcadia, il tempio di Apollo a Figalia (Bassae), votato dopo la pestilenza nel 429 a.C, è opera di Ictino. Insolitamente orientato nord-sud, è periptero dorico con 6x 15 colonne; la cella, con pronao e opistodomo con due colonne in antis, presenta sui lati lunghi cinque semicolonne ioniche unite alle pareti mediante pilastri. Presso la parete di fondo, al centro su una base modanata, si trova una colonna con il più antico capitello corinzio conosciuto. Mediante due ingressi, posti ai lati della colonna corinzia, si entra in un vano accessibile anche mediante una porta sul lato orientale. Le sculture del tempio sono assai frammentarie. Sulle metope sono raffigurate scene di Centauromachia, come sul lungo fregio che orna l'interno della cella, dove sono presenti però inche scene di Amazzonomachia. Le figure massicce contrastano con la elasticità delle vesti, che ne accentuano i movimenti innaturali
In Arcadia, il tempio di Apollo a Figalia (Bassae), votato dopo la pestilenza nel 429 a.C, è opera di Ictino. Insolitamente orientato nord-sud, è periptero dorico con 6x 15 colonne; la cella, con pronao e opistodomo con due colonne in antis, presenta sui lati lunghi cinque semicolonne ioniche unite alle pareti mediante pilastri. Presso la parete di fondo, al centro su una base modanata, si trova una colonna con il più antico capitello corinzio conosciuto. Mediante due ingressi, posti ai lati della colonna corinzia, si entra in un vano accessibile anche mediante una porta sul lato orientale. Le sculture del tempio sono assai frammentarie. Sulle metope sono raffigurate scene di Centauromachia, come sul lungo fregio che orna l'interno della cella, dove sono presenti però inche scene di Amazzonomachia. Le figure massicce contrastano con la elasticità delle vesti, che ne accentuano i movimenti innaturali
Il Mausoleo di Alicarnasso
Ad architetti e scultori greci si rivolgono anche i satrapi persiani dell'Asia Minore, come Mausoleo, dinasta di Alicarnasso in Caria, che affida la costruzione della sua tomba colossale, ispirata nella struttura alla tradizione locale, agli architetti Piteo e Satiro e agli scultori Scopa, Timoteo, Leocare e Briasside. Il cosiddetto Mausoleo, la cui costruzione si protrasse anche dopo la morte del satrapo (353 a.C), consiste in un alto podio che sorregge una costruzione rettangolare circondata da colonne ioniche, con tetto piramidale sormontato da una quadriga. Sui gradini del podio, dal basso in alto, sono raffigurati combattimenti fra Greci e Persiani, figure erette in abiti greci e orientali, scene di caccia e di sacrificio.
Alla sommità del podio, invece, corre un fregio continuo con scene di Amazzonomachia e sulla base della quadriga una Centauromachia; tra le colonne sono poste grandi statue della famiglia di Mausolo, in stile e abbigliamento tipicamente greci, ma con acconciature e tratti del volto persiani.
Alla sommità del podio, invece, corre un fregio continuo con scene di Amazzonomachia e sulla base della quadriga una Centauromachia; tra le colonne sono poste grandi statue della famiglia di Mausolo, in stile e abbigliamento tipicamente greci, ma con acconciature e tratti del volto persiani.